Per Proust –
Avido di dettagli mi sei accanto.
Di primitive sembianze incantatrici
hai il raffinato indugio del racconto:
ingannando i contrasti, agghindato,
sorreggi innamorato le sorprese,
indifferente a colei che continuiamo ad amare.
Irradia la tenerezza vedendoti sparire
tra gli sguardi, i desideri, ed altre simpatie,
la volontà oscura ed incessante
di un desiderio forse irrealizzabile:
trascinando le ombre sarebbe stato
come una felce nel bosco,
come sottrarre al piacere ogni contatto,
e nessun altro avrebbe la delizia,
la gioia, supplichevole, tremando,
nell’illusione di un caleidoscopio.
Assomiglia alla porpora ogni dettaglio
della docile materia, plasmata
intorno ai volti ancora giovanili,
preziosa levità modellata al fuggevole
incanto,
nel vuoto di un minuto.
*
Clessidra –
L’attesa è tutto! Tuono addomesticato dell’umano
tra pupille del ritmo e gesti in forme di clessidra.
Fuga indistinta dei bagliori attraverso
l’indomabile amore che ci strinse
e addolcì momenti di lusinghe.
Oggi la cerbiatta non rincorre
intese, pregne di sciarade:
lascia il suo candore per la vecchia canzone
e aggancia un’ultima scintilla
che ripete il profondo-
*
Germogli –
Fermerò lo svanire dei germogli
per le mille occasioni,
scalciano dalla mente gli intermezzi
del tuo respiro,
all’interno di una rabbia ottusa.
La polvere ci offre trasparenze,
le memorie irrequiete
non hanno sponde per scalfire
i miei antichi approdi
le volute rossastre ai margini taciuti
sono parvenze distratte
a recuperare promesse:
ripercorro il rovescio delle bende
nella convinzione di un gesto
sicuro dei frantumi.
**
Sussulto –
Scandagliavo vicende al perineo
quasi trasparenze prossime a rovine
inchiodato ad abbreviare sorprese:
rido l’idea di una mia incertezza
di petali attaccati al sesso,
scomponendo le reni.
Proprio il meriggio sosteneva il segno
di castighi e silenzi:
il tuo scrigno spacca paradossi
di rosmarino,
sfiora verga all’affanno,
guardandomi sbiadita fra le lenti
e miriadi del vello:
sullo sfondo il candore delle cosce.
Tento disseminare le rughe,
stroncarti ancora in un sussulto.
**
Antonio Spagnuolo (21 luglio 1931) è nato a Napoli, dove vive. Poeta e saggista.
Si è dedicato sin dal 1953 alla ricerca poetica con riscontri critici di notevole interesse.
Fondatore e condirettore della rassegna “Prospettive Culturali” negli anni 1976-1980, ha fatto parte della redazione del periodico “Oltranza” negli anni 1993-1994. Ha realizzato alcune Antologie di poeti contemporanei. Dirige la collana di poesie “Le parole della Sibilla” e la rassegna “Poetrydream” in internet.
Premiato più volte per i suoi numerosi volumi pubblicati.
E’ presente nella “Letteratura italiana” curata da A. Asor Rosa per le edizioni Einaudi.
Di lui hanno scritto numerosi autori fra i quali Carmine Di Biase nel volume “La letteratura come valore”, Matteo d’Ambrosio nel volume “La poesia a Napoli dal 1940 al 1987”, Gio Ferri nei volumi “La ragione poetica” e “Forme barocche della poesia contemporanea”, Stefano Lanuzza nel volume “Lo sparviero sul pugno”, Felice Piemontese nel volume “Autodizionario degli scrittori italiani”, Corrado Ruggiero nel volume “Verso dove”, Alberto Cappi nel volume “In atto di poesia”, Ettore Bonessio di Terzet nel volume “Genova-Napoli due capitali della poesia”, Dante Maffia nel volume “La poesia italiana verso il nuovo millennio”, Sandro Montalto in “Forme concrete della poesia contemporanea” e “Compendio di eresia”, Ciro Vitiello nel volume “Antologia della poesia italiana contemporanea”, Mario M. Gabriele ne “La parola negata”, Carlo Di Lieto ne “La bella afasia” , Domenico Rea, Mario Pomilio, Gilberto Finzi, M. Lunetta, G. Manacorda , Gian Battista Nazzaro, G. Panella, G. Raboni, e molti altri .
Antonio Spagnuolo è un poeta grandissimo…ha ardore di parola in cui non ci è dato avere un immediato “senso”…ma un flusso, un ritmo, in cui la fascinazione del verso trascina verso altezze infinite…Emoziona…