Il caldo è rivoluzionario, stacca gli iceberg dal pack e li costringe a peregrinare su rotte impervie e casuali, in balìa delle correnti. Solitarie gelide effimere isole galleggianti, costrette a vagare anonime, senza che nessuno abbia almeno pensato di dare loro un nome. Uno qualsiasi. Picco del Diavolo o anche Base Artica Zero andrebbero benissimo.
Il freddo è reazionario: tutti lì – costretti in casa – a guardare la tv, con gli occhialini 3d. Guardi guardi e non vedi niente, mentre cade la neve sogni di essere al mare.
Il caldo è rivoluzionario, costringe le gemme a esplodere in fioriture inusuali, così ai lati delle autostrade c’è meno tristezza.
Il freddo è reazionario, i concetti, quando li esprimi a voce alta, si trasformano in vapore senza generare energia, ti accorgi che le parole scivolano verso il basso in caduta libera, per la maledetta forza di gravità, sempre inevitabilmente all’agguato, non so quanto per fortuna. Potremmo volteggiare liberi nell’aria, altrimenti.
Il caldo è rivoluzionario, hai sempre voglia di fare un giro vorticoso intorno a te stesso, ma uno solo, per paura di perderti nel giardino dei sentieri che si biforcano.
Antonio Prenna
Originale, tanto da indurmi a lanciare uno sguardo in giardino, non si sa mai come possa andare con questo tempo!
Tiziana