Una poesia di Antonio Prenna
DOPO IL DILUVIO
Dopo il diluvio c’è chi rovista tra il fango con gli occhi lucidi
pietre preziose affiorano qui e là senza splendore
senza memoria alcuna cerco il senso di tutta questa rovina umida
il mondo bagnato e sporco le mani sporche
la coscienza anche essa incorporea e sporca
Anselm Kiefer direbbe che il presente è senza coscienza
e che l’azione dell’acqua e del fango
– lui parlerebbe di limo – completano l’opera
trovo la scatola d’oro coperta di foglie e detriti
che cercavo da quando la Grande Acqua
ha cominciato la sua strada all’indietro
assorbita dalla Serpe
che percorre le viscere della Terra
la scatola si è salvata perché la memoria
stenta a riconoscere la strada del ritorno
e si fissa agli atomi
del Gran Ventre Della Vita Percorsa Da Passaggi Inaspettati
ma senza una vera spontanea volontà
nessun teatro intorno niente maschere
solo fango terapeutico
apro la scatola con la piccola chiave d’oro
che porto sempre al collo
la chiave al collo mi ha portato sempre fortuna
infatti sono qui a raccontarlo il diluvio
la scatola è piena di banconote mezze bruciate
raccolte con il cellophane
sigari avvolti nella carta stagnola
e dei fiammiferi lunghi sparsi
libero un sigaro
lo accendo bruciando i resti di alcune banconote
mi sdraio nel fango mi godo il fumo nel tramonto sulla terra bagnata.