L’Università di Salisburgo sta traducendo in tedesco il romanzo di Umberto Piersanti “Olimpo”, l’occasione è stata quella di una visita lo scorso giugno, quando Piersanti ha parecipato ad un seminario degli studenti del corso di lingua italiana, che ha avuto ad oggetto proprio il suo romanzo. Seguiti dai docenti, i ragazzi si sono esercitati nella traduzione in tedesco di alcuni capitoli di “Olimpo”, approfondendo oltre agli aspetti lessicali anche diverse tematiche della cultura italiana e i riferimenti storici del romanzo. Da questo lavoro sono stati elaborati dei materiali didattici, corredati di domande per una migliore comprensione del testo. Ne è venuto fuori un lavoro molto apprezzato da Umberto Piersanti e dal quale si è deciso per la traduzione integrale del romanzo.
Umberto Piersanti racconta la sua esperienza all’Università di Salisburgo:
Non pensavo che tanti potessero essere i modi di leggere un romanzo e di far scaturire da questo i più svariati materiali didattici. Ho visto studenti e professori applicarsi in modo concreto e dettagliato senza però alcun eccesso, senza puntigli e insistenze su particolari secondari, ma con spirito libero e creativo.
Iniziamo col dire qualcosa sul mio romanzo Olimpo. L’eterna ricerca di un assoluto, di un punto di riferimento che possa andare oltre la storia, è il motivo costante di queste pagine. Non è però possibile o almeno non lo è per me, collocare questa ricerca in una contemporaneità così attenta al contingente e al quotidiano, così “prosaica”. Ecco dunque l’idea dell’Olimpo: due uomini che non si conoscono tentano di salirein cima all’Olimpo per vedere se lassù stanno davvero gli dei. Sono mossi da valori e esigenze eterni e diversi: la volontà di conoscere, il desiderio di gloria, il bisogno di avere un posto di rilievo nel palcoscenico del mondo. Sia Anticlo il filosofo che Laodoco il guerriero non raggiungeranno la vetta in quanto una verità ultima è al di sopra della nostra portata. Bisogna però precisare che il rifiuto della new-age è in queste pagine assoluto: nessun facile misticismo, nessun magico segreto. Anche il sapiente Euripilo al quale si rivolge il filosofo Anticlo, non ha nulla del santone o del mago, ma, secondo la migliore tradizione greca, è uno che sa di non sapere. Questo contesto mitico si intreccia con una vicenda assolutamente contemporanea: Luca ed Elisa sono una coppia particolare, lui ha abbondantemente passato i cinquanta anni e pure nutrendo speranze e ideali latamente di sinistra, rifugge da ogni ossessione ideologica e da ogni schematismo; lei ha venti anni, è una no-global incazzata e con verità schematiche ed assolute. Tuttavia i due si incontrano e vivono insieme una storia d’amore in quanto sentono il fascino di ciò che è diverso da loro, di chi gli è lontano. Una notte di pioggia Luca racconta ad Elisa il mito della scalata all’Olimpo che diverrà la parte centrale del romanzo.
La compresenza di due mondi e due epoche così diversi e lontani ha richiesto anche l’adozione di linguaggi differenti: si passa da una parola che ricorda il mito e i poemi classici ad un sermo humilis quotidiano che può talora sfociare in uno slang giovanile.
Il modo con il quale il romanzo è stato affrontato mi intriga moltissimo. Innanzitutto l’analisi di quella coppia particolare che vive però dentro un momento storico e sociale preciso e che comporta un continuo scontro di idee e di posizioni. L’eros esiste, ma come elemento che tutto circonda e accompagna, senza mai troppo invadere ed esaurire il rapporto umano. Era necessario scoprire i luoghi, i riferimenti politici e culturali tipicamente italiani e questo è stato fatto molto bene.
In ogni mia opera sia di narrativa sia di poesia, la natura ha una parte fondante e non si limita mai ad essere uno sfondo. Io sento la necessità di buttare la testa tra l’erba e di chiamare con il nome preciso piante, fiori ed animali. Ed anche questo campo è stato esplorato con grande dovizia di particolari.
Nel racconto mitico entra molta mitologia e filosofia greca: vari sono gli autori di cui si parla, ma tutti rimandano ad un preciso contesto culturale. Dei, filosofi, poeti popolano queste pagine. Sono convinto che lo spirito critico occidentale ed europeo nasca proprio nell’Antica Grecia: Senofane di Colofone già non credeva all’esistenza degli dei e riteneva che ogni popolo li foggiasse a sua immagine e somiglianza.
Anche questo aspetto del romanzo è stato abbondantemente esplorato, discusso e percepito.
C’è poi la figura della schiava Rossane che ci conduce a quel fenomeno della schiavitù che ha tanto caratterizzato tutte le società pre-cristiane ed anche, dunque, il mondo greco.
Ho vissuto due giorni intensi e molto belli: ricordo ancora le studentesse in costume che mi sono venute a prendere all’albergo e la grande terrazza circondata dai monti dove abbiamo fatto le foto di gruppo. Insegnanti e studenti mi hanno accolto con simpatia e cordialità e Salisburgo è una città bellissima, magari un po’ appartata anche se non tanto quanto la mia amata Urbino.
Credo di potere piacere ad un pubblico nordico, ad un pubblico di lingua tedesca che io non conosco, ma il cui suono trovo, al di là di ogni stupido pregiudizio, dotato di un’intensità musicale che mi fa pensare alle sinfonie romantiche.
Sarei molto felice se le due meravigliose studentesse che hanno presentato estratti dai sette capitoli tradotti da loro e dai loro colleghi potessero tradurre il libro nella sua completezza e in modo da poterlo poi pubblicare e farlo conoscere in Austria, in Germania e altrove.
Un grazie di cuore a Michaela Rückl e a tutti gli studenti e professori di Salisburgo che mi hanno accolto con tanta cortesia e umanità.
Il resoconto del seminario: qui