Umberto Piersanti su “Il giovane favoloso” di Mario Martone

Il nostro Umberto Piersanti ha visto in anteprima assoluta il film di Mario Martone “Il giovane favoloso” sulla vita del poeta di Recanati Giacomo Leopardi, interpretato da Elio Germano. Il film è in questi giorni in concorso alla 71^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia, dove è stato accolto con entusiasmo da critica e pubblico. Riportiamo qui di seguito la recensione che Piersanti ha scritto per Il Resto del Carlino, uscita il 22 agosto 2014.

Elio Germano è Giacomo Leopardi nel film di Mario Martone "Il giovane favoloso"

Quel “giovane meraviglioso” poeta. Martone esalta il genio di Leopardi

Dare voce alla poesia di Leopardi in uno spazio dominato dalle immagini com’è la pellicola, risultava un’impresa veramente ardua. Eppure Elio Germano è riuscito a farlo: i versi dell’Infinito calavano solenni e misurati in un paesaggio che aveva certamente evitato le costruzioni moderne, ma non si era neppure rifugiato in una dimensione idilliaca. Ed uso questo termine secondo l’antica tradizione, non certo nel senso nuovo che gli ha impresso il poeta di Recanati: una contemplazione stupita e dolorosa del cosmo. Anche i quadri d’attorno erano precisi ed intensi, lo sfumato riesce a dare quel senso di lontananza, quella poesia della memoria che era tipica di Giacomo.
“Il giovane favoloso” di Mario Martone è un film riuscito: nel panorama italiano, dominato dalla commedia più o meno becera, più o meno intelligente e garbata, un film drammatico come questo s’impone all’attenzione.

Il film non tratta solo la giovinezza del poeta, ma l’intero arco della sua vicenda. Quattro le ambientazioni fondamentali: Recanati, Firenze, Roma e Napoli. A mio parere, lo scenario recanatese è il più riuscito: Giacomo che gioca con Carlo e Paolina, lo studio matto e disperatissimo e tutta la vita del borgo, quello “zotico borgo” così odiato, ma anche così intensamente avvertito e raccontato. E poi la bellissima apparizione di Silvia che fila all’arcolaio intravista dal poeta dalla finestra. I pranzi composti e tediosi con la famiglia, le camminate solitarie.
Massimo Popolizio interpreta perfettamente la figura di Monaldo: il padre di Giacomo non era privo di spirito e intelligenza, ma troppo racchiuso dentro una corazza di perbenismo e filisteismo. La madre invece straordinariamente rappresentata nella sua durezza, nel suo rigido ed intransigente bigottismo.
Firenze è il momento in cui il mondo si apre alla conoscenza, in cui il rapporto con il mondo letterario diventa intenso e reale: ma anche qui il destino di Giacomo rimane quello di un appartato, di un solitario. Bene ha fatto Martone a non calcare troppo sul credo progressista di Leopardi quale era in tanta vulgata, marxista in particolare. Certo, Giacomo era lontano dalle idee di Monaldo e aveva una qualche forma di simpatia verso le nuove idee e il nuovo mondo. Potremmo però dire che il vero scontro del poeta era con quella dimensione di solitudine e di dolore che attanaglia la vita degli umani. Anche nella Ginestra c’era sì la “social catena”, ma veniva irriso che aveva una fiducia assoluta sia nel progresso che in una metafisica speranza di eternità.

Un personaggio veramente importante nel film è quello di Antonio Ranieri interpretato da Michele Riondino. Il regista Martone ce lo rappresenta dotato di un sentimento fortissimo di amicizia; è un uomo di grande generosità e di grande fascino. Non tutta la pubblicistica su Ranieri ce lo descriveva in questo modo, ma la scelta di Martone ha una sua coerenza.
Ben rappresentata anche la sorella di Ranieri, Paolina, interpretata da Isabella Ragonese. Certo, alcuni eccessi barocchi e troppo teatrali possono essere presenti: la gigantesca figura di pietra che dialoga con Leopardi nei panni dell’islandese delle Operette ha qualcosa di eccessivo quasi da effetto speciale. La scena del bordello napoletano è forse troppo carica e teatrale.

Dopo il video con Dustin Hoffman che leggeva l’Infinito, ancora una volta Giacomo Leopardi si presenta come il genio più rappresentativo delle nostre terre non solo in Italia, ma nel mondo.

Umberto Piersanti

Il trailer de Il giovane favoloso

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