Rodotà si presenta come il massimo difensore della Costituzione italiana. Anche il tentativo di abolire quel bicameralismo perfetto, che è una prerogativa tutta italiana e solo italiana, viene visto come un attentato alla Costituzione e una minaccia per la nostra vita democratica. Lo stesso Rodotà dimostra grande simpatia per Grillo e i pentastellati che lo avevano anche candidato alla presidenza della Repubblica. Tra le tante follie di Grillo c’è anche l’appoggio incondizionato ai secessionisti veneti e al loro delirante referendum per la “libertà” del Veneto.
Ma la Costituzione non ha come proprio fondamento l’unità e l’indivisibilità della Repubblica italiana? E non le sembra, caro Rodotà, questo attentato all’unità dello Stato un po’ più grave di chiedere la fine del bicameralismo perfetto? Le leggi italiane fanno un continuo ping-pong fra i due rami del Parlamento: il loro tempo di approvazione risulta molto ma molto più lungo rispetto a ciò che succede nelle altre nazioni europee e non solo europee.
Si può non essere d’accordo su vari punti della riforma renziana, ma rimane un dato fermo: bisogna assolutamente diversificare i compiti della Camera dei deputati e del Senato. Se quest’ultimo rimarrà elettivo, la diversificazione rimarrà nulla o minima con gravi danni per l’attività politica ed anche economica. Oggi è necessario avere leggi veloci e facilmente applicabili: cittadini e mercati non possono aspettare.
Vannino Chiti, i senatori grillini e di FI, gli emeriti costituzionalisti, rappresentano un blocco conservatore. Bisognerebbe molto di più preoccuparsi per i secessionisti dal ridicolo ma non innocuo carro armato e di coloro che vanno in piazza con caschi, mazze e molotov ai quali va spesso la comprensione grillina, della sinistra radicale e di tanti altri compresa quella d’un buffone leghista e forcone come Paragone. Lì stanno i veri pericoli per la nostra democrazia.
Umberto Piersanti